Glossario judo2023-06-16T12:02:43+02:00

柔道

JUDO

Glossario del judo e non solo…

Glossario del judo e non solo…

Premessa

La lingua giapponese non ha un alfabeto simile al nostro, ma una scrittura mista ideografica e fonetica. Si basa essenzialmente sull’uso di ideogrammi cinesi detti kanji 漢字 (kan = antico nome della Cina; ji = carattere, lettera) e si avvale di due sillabari denominati hiragana 平仮名, ひらがな (hira = comune, gana = carattere prestato; carattere prestato di uso comune) e katakana 片仮名, カタカナ (kata = parte; kana = carattere prestato; carattere prestato in parte).

I kanji sono impiegati per rappresentare tutte le parole che hanno un preciso significato e si compongono generalmente di due parti: una, detta radicale, fornisce il significato generico del carattere; l’altra, detta fonetica, consente la lettura del carattere stesso e attraverso la pronuncia, fornisce un’ulteriore indicazione sull’esatto significato del kanji.

Il sillabario hiragana viene usato per scrivere le parti del discorso che non hanno significato proprio (ad. es. preposizioni, prefissi, suffissi ecc.); con il sillabario katakana vengono invece scritti termini scientifici o parole di origine straniera escluse quelle cinesi. I sillabari sono formati da segni sillabici nei quali sono rappresentati tutti i suoni fondamentali della lingua, suoni che non possono mai essere separati. Tali suoni si dividono in: puri o fondamentali (seion), impuri (dakuon), semi-puri (handakuon) e contratti (yoon).

La traslitterazione degli ideogrammi in caratteri latini prende il nome di rōmaji ローマ字 (roma = Roma; ji = lettera, carattere, segno; “segno di Roma”, “lettere romane”). Essa è dovuta ai Padri Gesuiti che la utilizzarono fin dal 1549 per la trascrizione di testi religiosi. Tuttavia, si è dovuto attendere che si aprissero i rapporti con l’occidente perché tale scrittura fosse utilizzata anche per rendere più accessibile l’apprendimento della lingua giapponese.

Pronuncia e Suoni

Rispetto alla lingua italiana la pronuncia giapponese non presenta molte diversità; tuttavia, si segnalano le più ricorrenti:

  • ch = si pronuncia come la c di “cera”
  • g = si pronuncia con il suono gutturale della g di “governo” (anche se in rōmaji ho “gi” e “ge”, la pronuncia italiana sarà “ghi” e “ghe”)
  • h = è sempre aspirata
  • j = si pronuncia come la g di “gelato”
  • sh = si pronuncia come la sc di “scena”
  • tsu = si pronuncia tsu all’inizio di una parola e zu di “zucchero” all’interno o in una parola compostala. Va rilevato che molti Autori di libri, per facilitare il lettore, scrivono direttamente le parole come si pronunciano (ad es. gjaku-zuki invece di gjaku-tsuki)
  • u = nelle sillabe “su” e “tsu” è quasi muta
  • w = si pronuncia come la u
  • y = per i giapponesi è una consonante e si pronuncia i

Nota: in giapponese non esiste la lettera L (elle) e quindi neanche il corrispondente suono; perciò, per trascrivere parole che la contengono, viene usata la lettera R (erre). Non esiste neppure il suono della V (vu).

Spesso accade che più vocaboli dal suono simile (ovvero dalla pronuncia simile) abbiano un significato molteplice e, a volte, del tutto diverso. Anche nella lingua italiana ciò si verifica con vocaboli che si scrivono nello stesso modo (ad es.: pesca = il pescare e pesca = il frutto); per evitare eventuali equivoci, ci si avvale degli accenti (pésca e pesca) che modificano anche la relativa pronuncia.

Nella scrittura giapponese anche se i suoni sono o possono sembrare simili gli ideogrammi sono differenti. Per evidenziare tale diversità, quasi sempre in questo glossario, le parole dal suono uguale o simile aventi radicali diverse sono ripetute nella elencazione; invece, se le radicali sono uguali i diversi significati hanno l’indicazione numerica (1); (2); ecc.

Nelle parole composte, per eufonia, alla seconda parola componente viene sostituita la prima sillaba con consonante sorda (suono puro) con la corrispondente sillaba che ha consonante sonora (suono impuro). La cosa avviene frequentemente per la “h” aspirata la quale si trasforma in “b”, ad esempio la parola hana 花, fiore, diventa bana in ikebana 生け花, いけばな quindi ha diventa ba. Questo cambio è detto in italiano nigorizzazione (da nigori = impurità), noto fenomeno della lingua giapponese chiamato rendaku. Dire ikehana invece di ikebana non pregiudica la comprensione del messaggio, ma dal punto di vista della lingua corrente potrebbe essere inesatto perché la nigorizzazione, o rendaku, non è una regola certa ma può dipendere da diversi fattori come il dialetto o la moda del momento e modificarsi nel tempo con l’evoluzione della lingua. Per indicare questo fenomeno di sonorizzazione in katakana si aggiungono: un cerchietto detto “maru”(solo nel caso del suono”h”); due trattini, virgolette, detti “ten-ten” (ad es.: ha diventa ba ば o ko diventa go ).

Pertanto, le romanizzazioni degli inizi del XX secolo dei termini tecnici delle arti marziali potrebbero non riflettere la pronuncia comune della lingua giapponese della generazione odierna.

Tra l’altro, nella lingua giapponese la costruzione della frase risulta capovolta rispetto alla nostra (ad es.: la frase “dita del piede” in giapponese viene detta “piede del dita” “ashi-no-yubi”). Non esistono gli articoli ed i pronomi relativi; mancano il genere ed il numero che si deducono dal contesto del discorso.

Il glossario è ideato per facilitare la comprensione dei termini più usati nel judo e non solo, ed è in continuo sviluppo e aggiornamento. Buona consultazione.

Fonti

Testi liberamente tratti e/o sviluppati da:

  • Angela Calcavecchia, Glossario ovvero dizionario di arti marziali,
    Publistampa snc, 2010, ISBN/Info: 8896014247, 9788896014240.
  • Rocco Comiso, Judo – Dizionario Sintetico,
    Massimiliano Piretti Editore, 2013, ISBN/Info: 8864760210, 9788864760216.
  • Antonio Ferrante, Glossario Judo,
    Comitato Regionale Laziale Judo FILPJK, 1998, ISBN/Info: n.d..
  • Jigoro Kano, Kodokan judo,
    Edizioni Mediterranee, 2005, ISBN/Info: 8827217665, 9788827217665.
  • Libere ricerche su internet.

Leggenda

  • (cfr.) = confronta
  • (lett.) = traduzione letterale
  • (nig.) = nigorizzazione: sostituzione, nel secondo componente, della prima sillaba sorda (suono puro) con la corrispondente sillaba sonora (suono impuro); ciò si verifica nelle parole composte o quando si aggiungono particelle ausiliarie (prefissi o suffissi)
  • (p.es.) = per esempio
  • (pref.) = prefisso
  • (prep.) = preposizione
  • (suf.) = suffisso
  • (v.) = verbo
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