La pratica delle cadute è, senza alcun dubbio, uno degli esercizi base più importanti.  Il Judo, che comprende una quantità di elementi differenti quali forze di spinta e trazione, squilibri, spostamenti, proiezioni, immobilizzazioni, ecc., necessita certamente di uno studio dettagliato di queste differenti tecniche in relazione al comportamento dei due combattenti.  Ma gli esercizi base destinati ad assicurare ai Judoisti il controllo perfetto del proprio corpo e dei suoi movimenti sono di una importanza fondamentale.  La tecnica del cadere è destinata a ridurre al minimo l’impatto al quale è sottoposto il praticante sia quando cade spontaneamente che in seguito ad una proiezione. La sicurezza nel Judo si basa su questo equilibrio: Uke (colui che “riceve” la tecnica di proiezione) conosce l’arte delle cadute (termine familiare per indicare in realtà la “rottura di caduta”) e quindi è in grado di non ferirsi; Tori (colui che esegue la tecnica di proiezione) agisce nello spirito di rispetto per l’avversario.  In questo modo la sicurezza è totale.  Se uno dei due sbaglia qualcosa (e deve essere un avvenimento raro) l’altro sopperisce.  L’eventualità che entrambi sbaglino contemporaneamente dovrebbe essere assai remota e quasi impossibile tra Judoisti precisi e responsabili. Ukemi, quindi, sono una garanzia e una sicurezza contro gli infortuni e di conseguenza il loro studio è alla base del progresso tecnico. Senza una buona conoscenza delle cadute si avrà sempre paura di essere proiettati e i movimenti del corpo mancheranno di flessibilità, e ci sarà una tendenza inconscia a porsi in difesa. Viceversa, se uno è profondamente esercitato in questa tecnica, tutti i movimenti potranno essere eseguiti con decisione e con una certa flessibilità fisica e articolare, permettendo rapidi progressi tecnici.

Nel Judo le cadute si dividono in:

  • ushiro-ukemi (caduta indietro)
  • yoko-ukemi (caduta laterale)
  • mae-mawari (o kaiten)-ukemi (caduta rotolata in avanti)
  • mae-ukemi (caduta frontale)

 

Ushiro-ukemi (caduta indietro)

Partendo da shizen-hon-tai sollevare le braccia davanti a sè fino a tenerle orrizzontali. Flettere il collo in modo da fissare con lo sguardo il nodo della cintura poichè, durante la caduta, la testa non deve toccare mai il tatami, la bocca è chiusa. Successivamente eseguire un passo all’indietro, flettersi sulle ginocchia fin quasi a sedersi sui talloni e, curvando la schiena (fissando sempre il nodo della cinta), lasciarsi rotolare all’indietro. Nell’istante in cui la schiena tocca terra battere con il palmo delle mani il tatami, come una frustata le braccia devono rimbalzare naturalmente. In questo movimento il braccio forma con il corpo un angolo di 30°. Le gambe si sollevano distendendosi e nel ricadere, controllate, sul tatami, una sarà distesa e l’altra flessa con un angolo maggiore di 90°.

Yoko-ukemi (caduta laterale)

Si esegue a destra e a sinistra. Nell’esecuzione a destra dalla posizione eretta sollevare il braccio destro davanti a sè, flettere il collo in modo da fissare con lo sguardo il nodo della cintura poichè, durante la caduta, la testa non deve toccare mai il tatami, e contemporaneamente avanzare lateralmente con il piede sinistro. Poi far scivolare la gamba destra in avanti verso l’interno, piegando leggermente il busto in avanti, e flettendosi progressivamente sulla gamba sinistra fin quasi a sedersi appoggiando la natica destra sul tallone sinistro. A questo punto, lasciarsi andare al suolo sul lato destro e battere contemporaneamente il tatami con la mano e l’avambraccio destro come una frustata, in modo che il braccio rimbalzi naturalmente. In questo movimento il braccio forma con il corpo un angolo di 30°. Le gambe si sollevano ad angolo retto rispetto al corpo e nel ricadere, controllate, sul tatami, la destra sarà distesa e la sinistra flessa con un angolo maggiore di 90°.

Per eseguire yoko-ukemi a sinistra basta invertire l’esecuzione dei movimenti.

Mae-mawari (o kaiten)-ukemi (caduta rotolata in avanti)
Zempo-kaiten-ukemi

Come yoko-ukemi, si esegue a destra e sinistra.
Nell’esecuzione a destra, partire da shizen-hon-tai e avanzare con il piede destro. Piegarsi in avanti con il busto, flettere il collo in modo da fissare con lo sguardo il nodo, flettre le due gambe (più la destra della sinistra) e posare la mano sinistra di piatto sul tappeto davanti al piede sinistro. Appoggiare poi il bordo cubitale della mano destra sul tappeto tra la mano sinistra e il piede destro, le dita della mano dritte e rivolte all’indietro. Il braccio destro viene flesso ad arco, la schiena è ricurva e la testa ben rientrata in mezzo alle spalle. Sfruttando l’inerzia del movimento, pingersi in avanti distendendo la gamba destra e slanciando la sinistra in dietro verso l’alto, rotolando sul braccio, sulla spalla e sul dorso destro della schiena. Quando il fianco sinistro tocca il tappeto battere contemporaneamente il tatami con la mano e l’avambraccio destro come una frustata, in modo che il braccio rimbalzi naturalmente. In questo movimento il braccio forma con il corpo un angolo di 30°. Le gambe, controllate, ricadranno contemporaneamente sul tatami leggermente divaricate, la destra sarà distesa e la sinistra flessa con un angolo maggiore di 90°.

Per eseguire mae-kaiten-ukemi a sinistra basta invertire l’esecuzione dei movimenti.

Si tratta della caduta più spettacolare nel Judo. Quando viene eseguita compiendo un salto nella fase di slancio, come per tuffarsi al di la di un’ostacolo, prende il nome di zempo-kaiten-ukemi.

Mae-ukemi (aduta frontale)

È molto raro vederla eseguire, e in italia è praticamente sconosciuta.
Stando seduti sui talloni, slanciarsi in avanti sollevandosi e irrigidendo il tronco come una “tavola”. Poco prima di toccare il tatami, allungare con dolcezza le braccia davanti a sè tenendole leggermente flesse. Il contatto con il suolo avviene con le mani e gli avambracci rivolti a 45° verso l’interno in modo che le spalle e le braccia possano flettersi per molleggiare. Questo tipo di caduta si esegue dapprima dalla posizione inginocchiata (vedi figura), poi dalla posizione naturale eretta shize-tai.