Gli spostamenti dalla posizione eretta, nel Judo, vengono eseguiti nella maniera più razionale possibile. L’avanzare, l’indietreggiare, lo spostarsi a destra o a sinistra, non è un semplice movimento per spostare il corpo, è una tecnica che permette l’attacco e la difesa. Il corpo infatti deve muoversi con leggerezza, rapidamente e senza mai essere in squilibrio, con il baricentro sempre alla stessa distanza dal suolo.
Per ottenere questo scopo, si utilizzano due modi base di spostarsi:
- shintai (spostamenti rettilinei);
- tai-sabaki (spostamenti circolari).
Si tratta di movimenti educativi per meglio comprendere la posizione, ai quali, nella pratica, si sommano movimenti più complessi. Sono pura posizione applicata, un indispensabile strumento d’apprendimento per il principiante, e di studio per l’esperto.
Shintai (spostamenti rettilinei)
Per shintai si intendono spostamenti assiali nella posizione eretta. I fondamentali sono tre:
- tsugi-ashi (“piede scaccia piede”) dove un piede è usato come conduttore mentre l’altro si avvicina a pochi centimetri dal piede trainante prima che venga fatto il passo successivo. La marcia del piede è normale, cioè il piede in moto si solleva da terra. Tsugi-ashi è eseguito in tutte le possibili direzioni;
- ayumi-ashi (passi naturali), in cui un piede supera l’altro ad ogni passo. La marcia del piede è normale, cioè il piede in moto si solleva da terra. Raramente usato a contatto con l’avversario;
- tsuri-asci (passi “strischiati”), è un particolare modo di muoversi applicabile allo tsugi e all’ayumi-ashi. Significa spostarsi mantenendo il baricentro del corpo sempre alla stessa distanza dal suolo, giocando sul molleggio delle gambe, e senza sollevare i piedi da terra.
Tai-sabaki (spostamenti circolari)
Per tai-sabaki si intendono spostamenti circolari nella posizione eretta.
Il grande Maestro Kyuzo Mjfune, ha dichiarato in diverse riprese:
“il tai-sabaki è la prima e ultima tappa del Judo”.
Questo straordinario Maestro, che ha sviluppato forse più di ogni altro il concetto stesso di tai-sabaki, considera questa tecnica come l’essenza stessa del Judo e di ogni azione umana.
Tai-sabaki significa letteralmente rotazione del corpo, movimento rotante del corpo
Teoria
Per comprendere visivamente l’abc del tai-sabaki, consideriamo il corpo in piano visto dall’alto e come asse la linea delle spalle che può ruotare sul proprio centro. Se un avversario spinge su un’estremità delle spalle, il corpo ruoterà sul proprio centro. Reagirà nella stessa maniera se lo si tira ad una delle estremità (fig. 1 e 2).
Per poter alterare l’equilibrio del corpo e sbilanciarne la posizione, bisognerà applicare la spinta o la trazione al centro del corpo. È la ragione per cui si insegna: “fate sempre fronte al vostro avversario, ma non fate mai fronte al suo attacco”.
Il centro, il perno di rotazione (il baricentro), è dunque il punto vulnerabile.
Pratica
Vi sono molti modi di fare tai-sabaki, a destra o a sinistra, partendo da shizen-hon-tai. Si parte dai più semplici con rotazioni del corpo di 90°, fino a giungere ai più complessi con rotazioni del corpo di 180°.
Di deguito alcuni esempi classici: A e B tai-sabaki di 90°, A1 e B2 tai-sabaki semplici di 180°, CA e CB tai-sabaki progrediti di 180°.
Per assimilare rapidamente le basi del tai-sabaki, ocorre esercitarsi successivamente a tre forme graduali, da eseguire a destra e a sinistra, partendo dalla posizione di shizen-hon-tai (due piedi sulla stessa linea):
- la prima, la più semplice (posizione A), consiste nel ruotare sul piede perno destro volgendo tutto il corpo verso sinistra arretrando ampiamente con il piede sinistro in semi-cerchio. E un tai-sabaki elementare a sinistra, abbastanza corrente in difesa. Per schivare a destra, basta semplicemente invertire il modo di operare. Questa maniera di spostarsi non utilizza tutte le risorse del corpo;
- la seconda maniera, più efficiente (posizione B), consiste nell’avanzare con il piede destro in semi-cerchio davanti al piede sinistro , volgendo il corpo verso sinistra e ruotando sul piede perno sinistro. Questo generalmente arretra un po’ alla fine del movimento per accentuare la rotazione del corpo;
- la terza ci porta al tai-sabaki completo di 180° (posizione CA), consiste nel fintare un piccolo passo del piede sinistro verso l’esterno e nel lanciare il piede destro con un passo in avanti a sinistra, facendo perno si detto piede il corpo ruota verso sinistra e il piede sinistro è portato indietro in semicerchio parallelo al destro in posizione di shizen-hon-tai.
Lo studio di questi spostamenti deve essere ripetuto senza compagni d’esercitazione fino al raggiungimento dell’automatismo corretto del movimento.
Dopo questa forma di studio, il judoka deve sforzarsi ad applicare il tai-sabaki in spostamento per qualunque attacco o difesa. Eviterà passi troppo lunghi, gli spostamenti intempestivi del proprio baricentro, i gesti bruschi. Il suo spirito sarà vigile, in maniera da non trovarsi mai in difetto e pronto ad utilizzare ogni spostamento imperfetto dell’avversario.
Questo allenamento è difficile, ma ricco di insegnamenti, perché tutta la cognizione del miglior impiego di energia si rivela nella pratica del tai-sabaki. Si tratta in effetti di sottrarre il proprio corpo all’attacco dell’avversario e di controllare continuamente il suo per scoprirvi il minimo errore di posizione. Per riuscirvi, è imperativo frenare la tendenza naturale a ricorrere alla forza bruta (irrigidimento delle braccia, busto piegato in avanti, gambe troppo flesse, ecc.). La rapidità dello spostamento del corpo e in particolare del suo centro di gravità è più importante dell’energia impiegata dalle braccia. La prontezza con cui ci si rende noto l’apertura di un attacco è più efficace della forza dei muscoli. Perché se questi punti così preziosi vengono acquisiti, l’energia necessaria a padroneggiare l’avversario sarà minore.
L’allenamento al rilassamento, alla calma dello spirito, alla sincerità e all’ardore del combattimento condurranno l’allievo serio a quello che è lo scopo principale del Judo.
N.B.
Tramite gli shintai e tai-sabaki al principiante viene insegnata la corretta forma nell’uso dei piedi, ma all’esperto viene insegnato che il movimento, nella pratica del Judo, consiste nello spostare il baricentro del corpo per mantenere sempre una corretta posizione di equilibrio e che gambe e piedi, correttamente impostati, servono a questo movimento.