È la posizione naturale del corpo in stazione eretta.

Per eseguire shizen-hon-tai occorre divaricare le gambe di una ampiezza uguale a quella delle spalle. Le ginocchia sono leggermente flesse, in tensione ma assolutamente non rigide. Anche pancia e addome sono in leggera tensione ma con il diaframma leggermente espanso. Le braccia sono distese naturalmente lungo i fianchi e rilassate come le spalle. Il viso è rivolto naturalmente in avanti e non deve essere contratto. Lo sguardo è sereno e vigile diretto verso un vacuo punto immaginario (o verso l’avversario) per ricevere stimolo da tutto il campo visivo (è noto che la visione periferica dei buoni judoisti è allargata rispetto a quella dei non praticanti), la bocca è chiusa. La mente è limpidamente vuota, pronta a disposozione dell’ esercizio che ci si accinge a compiere (attenzione durante lo studio, concentrazione nel randori (esercizio libero), meditazione, cioè concentrazione sul nulla, in shiai (combattimento) e kata ((forma).

Per eseguire le due varianti di shizen-hon-tai a destra ed a sinistra (migi e hidari-shizentai), dalla posizione fondamentale si compie un passo in avanti o in dietro, con la gamba destra o con la gamba sinistra, avendo cura di mantenere il peso del corpo equilibrato su entrambe le gambe. Il tallone del piede che rimane dietro deve essere leggermente girato verso l’interno.

Shizen-hon-tai è la posizione ideale per eseguire tutti i movimenti sia di attacco che di difesa, consentendo agili e rapidi spostamenti in tutte le direzioni, è la più stabile e la meno faticosa. Occorre sempre tenerla a mente per evitare rischiosi vizi di posizione durante l’allenamento: eliminando gli irrigidimenti inutili; mantenendo la colonna vertebrale eretta; mantenendo una respirazione diaframmatica profonda ma naturale.