La condizione “fisica” di equilibrio stabile è definita come quello stato di un corpo, per cui una forza orizzontale, applicata ad esso, può provocare solo l’innalzamento del baricentro del corpo.

Nel caso del corpo umano, solamente la posizione di giacitura supina o prona su un piano orizzontale, gode di tale proprietà; mentre la posizione naturale in piedi, detta di stazione eretta, è una posizione di equilibrio instabile di tipo oscillatorio, ciò a causa del fatto che le forze di contrazione muscolare, che equilibrano la forza di gravità agente sul corpo, risultano non essere costanti perché risultanti di un delicato gioco di muscoli agonisti ed antagonisti detti posturali. L’azione equilibratrice prodotta dai vari gruppi posturali è governata dai centri nervosi cinestetici, governati dal cervelletto.

Per tale ragione l’atleta può utilizzare per il mantenimento della stazione eretta, solo l’area detta di appoggio effettivo, cioè quella superficie trapezoidale avente per lati i suoi due piedi e le linee congiungenti gli alluci ed i talloni (superficie trapezoidale ottimale).

Per tale ragione l’atleta può utilizzare per il mantenimento della stazione eretta, solo l’area detta di appoggio effettivo, cioè quella superficie trapezoidale avente per lati i suoi due piedi e le linee congiungenti gli alluci ed i talloni (superficie trapezoidale ottimale).

ABCD = Superficie trapezoidale ottimale (equilibrio)

EFGH-ABCD = Zona di mantenimento (disequilibrio)

P = Perpendicolare baricentrale

P’ = Proiezione del baricentro

 

Egli potrà spostare il punto di proiezione del suo baricentro, giacente sul piano d’appoggio, e quindi la verticale detta perpendicolare baricentrale, per tutta l’estensione di questa superficie ottimale mantenendo facilmente la posizione d’equilibrio. Se però tale linea, e dunque la proiezione del baricentro, si allontanano dalla superficie trapezoidale ottimale solo di poco (zona di mantenimento), la stabilità sarà compromessa, e sarà necessario uno sforzo maggiore da parte dei muscoli equilibranti, questa condizione viene detta di disequilibrio. Nel caso in cui la proiezione del baricentro si allontani oltre i limiti della zona di mantenimento, il sistema muscolare dell’atleta non può ristabilire la posizione di stazione eretta e si ha lo squilibrio o rottura dell’equilibrio con conseguente caduta dell’atleta.

La stabilità meccanica del corpo in stazione eretta dipende dunque da due fattori:

  • ampiezza della base d’appoggio;
  • distanza della perpendicolare del baricentro dal confine della base d’appoggio.