Dalle posizioni naturali si eseguono le prese sulla giacca del Judogi dell’avversario o compagno d’allenamento, partendo dalle quali generalmente si applicano le tecniche di proiezione.

Le due fondamentali sono:

Kumi-kata da migi-shizentai (kumi- kata destro)

Per eseguire la presa nella posizione migi-shizentai, con la mano sinistra si deve afferrare l’esterno della manica destra del Judogi dell’avversario all’altezza del gomito, la presa va effettuata partendo dalle dita mignolo e anulare, poi seguono le altre, mentre il pollice, benché faccia presa, va mantenuto in riposo; con la mano destra si deve afferrare  il bavero del colletto del Judogi dell’avversario all’altezza del pettorale sinistro, con il pollice all’interno del Judogi. Le braccia non devono mai essere distese.

È la presa che si adatta meglio a qualsiasi movimento di attacco e di difesa; la più facile per squilibrare l’avversario in tutte le direzioni. È anche quella che offre meno occasioni per subire leve articolari (kansetzu-waza).

kumi-kata da hidari-shizentai (kumi-kata sinistro)

Si esegue nella stessa maniera descritta sopra, ma invertendo la posizione del corpo e delle mani.

Kumi-kata da migi-shizentai

N.B.

In pratica vi sono diverse kumi-kata o maniere di prendere l’avversario al Judogi. Non vi è, in teoria, nessuna presa definitiva e si può scegliere quella più adatta allo scopo prefisso ma, attenersi alle kumi-kata fondamentali, è il mezzo migliore per portare tutte le proiezioni principali.  Se le modificherete leggermente, evitate gli eccessi o le deformazioni del genere “afferrare le due maniche”, “afferrare la cintura”… Queste pratiche possono farsi, ma la loro applicazione sistematica deve assolutamente essere evitata. Questo sarebbe il mezzo migliore per arrestarsi ad un Judo parziale, che non permette di progredire.