Dojo è un termine usato nel Buddismo per indicare il locale destinato al raccoglimento e alla meditazione spirituale. In giapponese significa “luogo per la ricerca della via” o “luogo ove praticare lungo la via”; in sanscrito prende il nome di Badhi Manda, che significa “luogo di saggezza, o di salvezza”. In oriente è usato anche per denominare il locale in cui si praticano determinate discipline volendo significare che nel locale deve regnare un’atmosfera attenta e concentrata come si addice ad un luogo di “culto”.
Si tratta quindi di un luogo dove si ricerca un processo di arricchimento spirituale, morale, intellettivo e fisico, attraverso la pratica di una disciplina che può essere marziale o, come in altri casi, spirituale.
Anche in occidente la parola dojo è utilizzata per denominare il locale in cui si praticano le arti marziali, purtroppo, troppo spesso, senza attribuirgli quel significato di profondo rispetto che dovrebbe avere, ma solo alla stregua di club o palestra.
“Quando si visita un dojo per la prima volta, generalmente si rimane colpiti dalla sua pulizia e dall’atmosfera solenne che lo pervade. Dovremmo ricordarci che la parola “dōjō” deriva da un termine buddhista che fa riferimento al “luogo dell’illuminazione”. Come un monastero, il dojo è un luogo sacro visitato dalla persone che desiderano perfezionare il loro corpo e la loro mente.
La pratica del randori e dei kata viene eseguita nel dojo, che è anche il luogo in cui si disputano le gare di combattimento.”
Jigoro Kano