In principio furono ideate 5 classi di allievi kyu 級 e 10 gradi di esperti dan 段. Il principiante veniva considerato non classificato e successivamente passa dalla 5a classe (kyu) alla 1a. Questa divisione avrebbe dovuto servire a suddividere gli allievi secondo un programma gradi/età, ma si è rivelata poco pratica perché i dojo non avevano la struttura per separare i praticanti come in una scuola.

In Europa, il Maestro Mikonosuke Kaiwashi 7° dan “creatore del judo Francese”, per ragioni pedagogiche proprie agli allievi occidentali, ma principalmente per dare un riconoscimento al praticante (molti dicono per guadagnare su ogni passaggio di cintura), creò il sistema delle cinture di colore diverso per ogni kyu (bianca, gialla, arancione, verde, blu e marrone) aumentando i kyu a 6.

In Italia, e non solo, il sistema di graduazione per  gli allievi più giovani prevede anche l’attribuzione di “mezze-cinture”, che nonostante siano in antitesi al judo tradizionale, sono state introdotte negli ultimi anni con il pretesto di gratificare l’allievo e portarlo gradualmente all’effettiva capacità intellettiva e tecnica verso il compimento del 14º anno di età. Esistono quindi, tra i vari kyu, le cinture: bianco-gialla, gialla-arancione, arancio-verde, verde-blu e la blu-marrone.

Il sistema nipponico usa solo in teoria le classi di allievi e solo due colori di cintura: bianca per non classificato, 5° e 4° kyu, marrone per le successive; il significato è che chi porta la cintura bianca va trattato con grande responsabilità (per esempio senza attaccarlo con tecniche irruenti perché presumibilmente non ha padroneggiato le ukemi al punto di sentirsi sicuro).

Per i ragazzi il riconoscimento attraverso le cinture colorate può avere un valore educativo; per gli adulti è discutibile. Nel sistema giapponese, la suddivisione con due colori di cintura ha uno scopo puramente pratico relativo all’abilità nelle ukemi, e di conseguenza al grado di responsabilità con cui possono essere proiettati.

Gli esperti di Judo, dal 1° al 10° dan portano indistintamente la cintura nera. Nell’idea del Fondatore dal 1° al 5° dan l’evoluzione judoistica prevede un potenziamento dell’ego e la personalizzazione della tecnica, alla ricerca della massima efficacia. Dal 6° al 1° dan la personalità judoistica si affievolisce e il praticante si avvicina sempre di più all’universalizzazione della tecnica (significa che fino al 5° dan l’esperto pratica i suoi “speciali”, successivamente ricerca la forma pura della tecnica). In Europa (ma anche in Giappone) il sistema è fallito perché alcune Cinture Nere proseguivano l’evoluzione prevista, mentre altre si dedicavano troppo presto all’insegnamento; inoltre l’arrogato potere delle Federazioni ad amministrare questi gradi, ha portato ad un ventaglio di possibilità: gradi agonistici, politici, arbitrali, onorari…

Essendo stata considerata la probabilità che gli esperti di Judo invecchino e quindi non siano più in grado di competere efficacemente, pur restando esemplari nell’esecuzione della tecnica, dal 6° dan è prevista una cintura di cerimonia: bianca e rossa per 6°, 7° e 8° dan, rossa per i successivi. Essa ha il significato di chiedere particolare rispetto per chi la indossa,

Il Fondatore, Jigoro Kano, non si è mai dato un grado, detenendo il titolo di Shihan. Ma nel periodo in cui il Judo cominciava a diffondersi all’estero, i nipponici ritennero giustamente che gli stranieri avrebbero meglio capito la sua importanza se gli fosse stato attribuito un grado di distinzione. Così, dopo la morte Jigoro Kano divenne 12° dan (l’undicesimo rimase vuoto a rimarcare l’incolmabile abisso che lo separa dagli altri praticanti). Per esprimere la sua condizione di non classificato Kano portava sovente la cintura bianca, ma più alta di quella usuale, come era in uso nel jujitsu. Portava anche la cintura nera, e negli ultimi tempi si esibiva spesso in abito da cerimonia (aori).